Sveglia alle 7, check delle valigie, colazione e a piedi verso il Social Point di Modena dove ci attende la navetta che porta all’aeroporto di Bologna. Io e il mio compagno di stanza ci avviamo con passo sostenuto trascinando i nostri bagagli che ci terranno compagnia a Londra. Si, quella città ci aspetta per un soggiorno studio dal 5 Settembre 2010 al 19 compresi. Si, è un lungo viaggio che ho già saputo fare ma è sempre bello anche perchè questa volta accompagnerò persone che invece non ne hanno mai fatti di così lunghi. Arriviamo, come al solito, in anticipo ma siamo entrambi fumatori perciò attendiamo tranquilli consumando il nostro vizio. Arrivano poi tutti e si parte ! Nessun problema all’aeroporto di Bologna e il volo RayanAir ci porta senza intoppi a quello di Londra, Stansted . Un’ottima navetta aeroporto-residenza ci attende ma qualcosa comincia a cancellare le abitudini di viaggio di molti: “Guidano tutti contro mano!”.
Arriviamo dopo 1 ora al nostro alloggio e, nonostante l’accoglienza calorosa della cortesissima padrona di casa Mrs Comfort, scopriamo che invece di tre camere, siamo 4 uomini e 2 donne, ce ne sono solo 2 quindi, nella prima notte a Londra, le ragazze in una doppia accogliente dormono bene mentre noi 4 uomini non tanto perchè io che scrivo non russo ma al contrario di tutti e tre gli altri si. Prima notte in bianco ! Nessun problema, il giorno dopo si libererà la stanza a fianco.Intanto è lunedì quindi ci avviamo verso Bloomsbury per la prima lezione. Dopo circa 1 ora combattendo contro la bellissima ma sconfinata Tubatura londinese arriviamo a scuola. In effetti non pensavamo che la nostra residenza fosse così lontana da scuola ma per fortuna c’era il tubo.
Riepilogando il viaggio: la ciurma in rotta per “Language in London” era composta da me, Michael, poi in ordine alfabetico e di sesso Giulio, Marco, Stefano e le nostre due caporali Giulia e Stefania. Arriviamo quindi alla scuola scoprendo piacevolmente che si trova in una bella zona: “Siamo proprio in centro! Ma…”. Ci contiamo e notando che qualcuno manca esclamiamo in coro una frase che ci accompagnerà per entrambe le settimane di viaggio: “Dov’è Giulio!”.
A quel punto Sgt. Stefania predispone la Task Force nome in codice ‘Lost in London’. “Stefano e Marco, restate qui e fate campo base e guardatevi attorno se Giulio appare. “ “Signor sì, signore”. “Giulia, proseguì da sola per un pezzetto e vedi se è avanti”. “Michele, tu percorri un pò questa via traversa poi torna subito”. “Signor sì, signore”. “Io torno indietro e vedo se si è fermato. Mi raccomando torniamo presto quì”. Tutti insieme: “Signor sì, signore”.Pochi secondi di ricerca e vedo Giulio viso al cielo che cammina pensieroso sul lato opposto della strada. Lo chiamo, attraversa e e ci ricongiungiamo al gruppo.
Tutto ok, entriamo a scuola.Ci guardimo attorno e subito empatizziamo un senso di piacevolezza notando il sorriso smagliante stampato sul viso di tutti gli insegnanti e gli impiegati della scuola. Un ottima accoglienza che proseguì per tutti i giorni di studio.
Da sottolineare positivamente le metodologie di studio e l’organizzazione dei docenti e della segreteria.Negli intervalli dopo ogni ora di lezione , lezioni mattutine in orari ben disposti e costanti , ci recavamo nelle sale pausa nel piano sotterraneo.Nonostante non fossero enormi, a parere di tutti si rivelarono ben attrezzate per una buona ristorazione essendoci la cucina e per l’utile presenza di Personal Computers e di un salottino relax.Infatti Marco ebbe piacere ad usare le attrezzature informatiche con i relativi nuovi metodi di comunicazione come Facebook.
Forse solo i bagni a parer mio non erano soddisfacenti ma comunque a norma per quanto riguarda l’inghilterra e quindi erano un pò troppe le nostre pretese italiane.
Nei pomeriggi di ogni giornata di studio usualmente eravamo organizzati per visitare le attrazioni di quest’enorme città e procedevamo o tutti insieme o in gruppi.
Come descritto in precedenza la pausa fra le visite o nelle stesse erà utilizzata con l’operazione “Dov’e’ Giulio”. Il ruolo di Giulio saltuariamente è stato preso da qualcun’altro e si è arrivati alla conclusione che per persone con problemi sia stato molto difficile adattare i propri ritmi di vita a quelli di una metropoli aggiungendo il fatto di dover rispettare degli impegni quali studiare e frequentare la scuola visitando nel poco tempo libero le attrazioni di una nuova e inusuale per quanto attraente città come Londra.Infatti, la risposta che diede giulio alla domanda “cosà dici di questo viaggio a Londra” è stata :
“E’ stato bello visitare una città nuova anche se, essendo molto dispersiva, è stata un esperienza disorientante”.
È stato comunque bello condividere le proprie conoscenze scoprendo di avere caratteristiche uniche che potettero arricchire l’esperienza dei propri compagni di viaggio.Nelle visite pomeridiane procedevamo dapprima con la consultazione di tutte le guide turistiche per avere le idee chiare su cosa visitare e Marco fece notare che l’Organizzazione Turistica Londinese è Ottima ma ostenta eccessivamente ciò che invece, artisticamente, è di poco conto nonchè scarseggiante.Comunque Stefano ha sottolineato che è comunque stata un’esperienza atipica e variopinta e, soprattutto, è stato piacevole arricchire la propria conoscenza dell’inglese anche se 2 settimane non sono sufficienti.
Aggiunse poi che è stato spiacevole scoprire alcune realtà di Londra come il fatto che sia troppo caotica e che vive di una realtà e di un microcosmo asestanti , ma è però stato bello sfatare molti stereotipi su Londra e scoprirla per la prima volta sopravvivendo bene alla vita in un gruppo qual’era il nostro.
Infine ha sottolineato la ragionevolezza che si è sviluppata in ciascun componente nel vivere insieme.
Ultimo appunto di questo post, all’ini
zio già anticipato, è il notevole problema dell’ubicazione del nostro alloggio , zona 4, e l’accessibilità dello stesso in quanto non rispettava nessuno dei canoni di uno studentato , come ci era stato comunicato , ma molto più quelli di un affittacamere.
Michele Nunziata
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